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BIOGRAFIA DELL'ARTISTA

LC_DDS

LC_DDS - Biografia breve


Livio Caruso, LC_DDS è nato a Roma nel 1957; si è stabilito a Gorizia nel 1981.

Ha iniziato a disegnare e dipingere sin da bambino, osservando il padre, lo zio e la nonna Livia Dandini De Sylva. Già a dieci anni dallo zio apprende le prime nozioni sulle tecniche pittoriche antiche, sulle formule delle imprimiture, sulle mescolanze delle essenze.

Tra il 1968 e il 1970, frequenta le scuole medie di Grado (GO). Il professore di educazione artistica è stato l’artista Aldo Marocco (morto domenica 11 marzo 2018, in barca sulla laguna gradese http://www.aldomarocco.it/).

Nel 1971 si iscrive all’Istituto d’Arte di Rieti. Tra il 1972 e il 1973 frequenta il M° Lin Delija (fuggiasco ed esule albanese) nella sua casa-laboratorio di Antrodoco (RI), www.lindelija.it.

A Rieti frequenta la bottega di scultura del M° Italo Crisostomi (all’epoca direttore dell’Istituto d’Arte) https://www.crisostomiluxurystyle.com/it/arte.html, dove apprende le tecniche della scultura in tutte le sue possibili forme, dallo scalpello alla cera persa.

Anna Maria Dell’Agata è stata la sua insegnate di Storia dell’arte nel periodo di studi all’Istituto d’Arte di Rieti, importante artista abruzzese e critica d’arte, laureatasi con Giulio Carlo Argan, attualmente è presidente dell’Associazione culturale "Centro Agathé" a Pineto, in provincia di Teramo. Compagna per alcuni anni di Lin Delija.

Nel 1974 consegue il diploma triennale di Maestro d’arte della ceramica, attraverso l’insegnamento di Vilma Cacciamani di Gubbio. Già in quell’anno frequenta gli ambienti legati all’Accademia delle Belle Arti e del Liceo Artistico a Roma. Nel 1976, presso l’Istituto d’Arte di Orvieto ottiene il diploma quinquennale d’Arte Applicata.

Nell’autunno del 1976 si iscrive alla facoltà di Architettura di Roma - La Sapienza, dove segue le lezioni di Bruno Zevi.

Nell’estate del 1977 si trasferisce a Grado (dove è nata la madre) e lì riprende a frequentare per un breve periodo il pittore Dino Facchinetti (http://www.dinofacchinetti.it/), con cui da bambino assieme andava a dipingere i paesaggi lagunari gradesi.

Nel frattempo riprende gli studi di Architettura a Venezia. Contemporaneamente lavora per vari mesi in un laboratorio di sviluppo fotografico di Cervignano del Friuli, in tal modo amplia e sviluppa la conoscenza delle tecniche di ripresa, sviluppo e stampa della fotografia.

Lasciati gli studi universitari, negli anni ‘80 si occupa di restauro del legno, di calcografia e incisione, non tralasciando la fotografia. Quando si stabilisce a Gorizia, nel 1981, frequenta per vari anni il CIFI - Circolo Fotografico Isontino e presenta più volte le proprie fotografie.

Dal 1981 è dipendente del CISI-Consorzio Isontino Servizi Integrati (già CPAR), ente provinciale preposto ai servizi per la disabilità, psichiatria e fasce deboli. Per 25 anni ha creato e gestito laboratori di fotografia, calcografia, legatoria, cartotecnica e decorazione della carta, falegnameria, sia all’interno del CISI che nelle scuole isontine.

Nel 2006 passa a lavorare nel MiBAC-Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, fino al 2021, presso la Biblioteca statale isontina di Gorizia, all’interno della quale collabora anche alla gestione della Galleria d’Arte “Mario Di Iorio”, fondata e diretta da Marco Menato (direttore della BSI dal 1996 al 2021).

Nel 1984 organizza a Fogliano una mostra fotografica collettiva, con la presentazione critica di Carlo Bevilacqua (fotografo cormonese).

A Gorizia conosce l’incisore Virgilio Malni e nel suo laboratorio di via Cadorna n. 13 apprende la tecnica della “maniera nera”; entra in contatto con Giorgio Valvassori.

Nel 1985 inizia ad avvicinarsi al mondo dell’informatica, approfondendo particolarmente le questioni della creazione e della gestione dell’immagine digitale. È attratto dal lavoro fotografico di Roberto Kusterle, soprattutto per l’oggetto su cui poggiare e far ruotare gli elementi d’indagine e di elaborazione: il corpo umano, in modo più ricorrente quello femminile.

Nel 1998 conosce Ernesto Paulin-Paolini e nel 2017 realizzano una doppia installazione (Krisis) nei sotterranei della Biblioteca Statale Isontina di Gorizia.

Nel 2017 conosce Francesco Imbimbo, con il quale stringe una intensa e proficua collaborazione.

Nel 2018, dopo oltre quarant’anni, ritrova e riprende la frequentazione di Anna Maria Dell’Agata, storica dell’arte e artista di chiara fama.

Attraverso lei, entra in contatto con Armando Nicoletti, fondatore dell’Associazione Culturale “Lin Delija” di Antrodoco.

Dopo la mostra personale “5x3x1 - Cinque per tre per un maestro - A Lin Delija”, ha l’idea di realizzare una mostra retrospettiva dedicata al pittore albanese presso la Biblioteca statale isontina di Gorizia. L’esposizione viene inserita dal direttore della BSI, Marco Menato, nel palinsesto 2019. La mostra in breve tempo viene trasformata in un progetto itinerante che prevede di toccare Roma, Firenze, Zagabria e infine Scutari, città natale di Delija. Nel 2021 l’evento è realizzato a Roma nell’Accademia di belle arti di via Ripetta, con il patrocinio del Ministero della cultura e la presenza del Ministro Dario Franceschini, la Presidenza della Repubblica di Albania, l’Ambasciata di Albania in Italia, la collaborazione della Biblioteca statale isontina di Gorizia e l’Associazione Accademia dei Desiderosi del Sapere di Roma, l’Associazione Culturale “Lin Delija”, il Comune di Antrodoco (RI). Dal 2018 collabora strettamente con le attività dell’Associazione culturale “Lin Delija” di Antrodoco, creando e gestendo anche il sito ufficiale www.lindelija.it; dal 2020 collabora con l’Associazione Culturale per la promozione delle Arti Contemporanee “Prologo di Gorizia, e ne diventa socio nel 2023. Nel 2022 ha promosso, organizzato e coordinato il progetto "Frammenti di un inconscio condiviso", nel 2023 arrivato alla seconda edizione, dove sono coinvolti artisti del Friuli Venezia Giulia e del Lazio (italiani, albanesi, argentini e ucraini). Ha esposto sia a livello personale che collettivo, nel 2021 e nl 2023, all'interno del programma collaterale del Festival Internazionale di èStoria,ù a di Gorizia.



Livio Caruso-DDS è sempre rimasto fuori dalle logiche del mercato dell’arte, dai circuiti espositivi e mondani. La gran parte dei lavori sono stati donati, persi o distrutti, altri commissionati, pochi venduti.

I lavori sono sparsi in varie zone dell’Italia, dove ha vissuto o frequentato in periodi diversi: Lazio (Roma, Rieti, Antrodoco), Abruzzo, Umbria (Gubbio), Marche (Servigliano)), Lombardia (Milano, Mantova) e Friuli Venezia Giulia (Grado, Cervignano del Friuli, Gorizia, Monfalcone).

Dopo lo studio iniziale dell’arte classica e rinascimentale, passato da uno stile surrealista che utilizzava il figurativo, il simbolismo e l’allegoria, a fine anni ’80 approda al neo-cubismo, all’informale, all’astrattismo e al materico, mantenendo l’anima metafisica.

La pittura ad olio è la tecnica di base dei lavori che spesso diventa “mista”, utilizzando a volte il collage e l’assemblaggio di materia diversa, arrivando negli ultimi tempi alla realizzazione di installazioni e riprendendo l’attività plastico-scultorea sospesa nel 1977.

Le opere sono sempre tese a rappresentare l’indagine, l’analisi e la sintesi di sogni, stati psichici, questioni morali, ambiti spirituali, azioni concrete, percezioni simboliche, contenuti valoriali riguardanti le questioni più intime dell’essere umano nella sua complessità e nel suo divenire nel contesto sociale.

Ha iniziato ad esporre nel 1975.

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